
Non poter avere un figlio quando lo si desidera è una delle esperienze più complesse e dolorose che una coppia possa affrontare.
Eppure, di infertilità si parla ancora troppo poco. Per questo motivo, il mese di giugno è stato scelto a livello internazionale per accendere i riflettori su una condizione che riguarda molte più persone di quanto si pensi, ma che spesso resta invisibile, avvolta nel silenzio o nel giudizio.
L’infertilità è riconosciuta come una patologia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e può interessare sia gli uomini che le donne. Negli ultimi anni, l’approccio a questa condizione è cambiato radicalmente: grazie alla procreazione medicalmente assistita e al costante miglioramento delle tecniche disponibili, oggi molte coppie riescono a superare ostacoli che un tempo sembravano insormontabili.
In Italia, circa il 15% delle coppie affronta difficoltà nel concepire. La definizione clinica di infertilità si applica a chi, dopo 12-24 mesi di rapporti non protetti, non riesce ad avere una gravidanza. A influenzare questa situazione contribuiscono vari fattori, primo fra tutti l’aumento dell’età media in cui si cerca una prima gravidanza. Le difficoltà economiche, la precarietà lavorativa e la mancanza di stabilità portano spesso a rimandare il momento in cui costruire una famiglia.
Anche lo stile di vita può incidere: fumo, consumo eccessivo di alcol, stress cronico, inquinamento e ritmi frenetici influenzano negativamente la fertilità.
Culturalmente, c’è ancora molta reticenza nel considerare l’infertilità una malattia. Non presenta sintomi evidenti e proprio per questo viene spesso sottovalutata. Eppure il suo impatto emotivo è fortissimo: può generare stress, frustrazione, senso di colpa e isolamento, rendendo necessario, in molti casi, un supporto psicologico per affrontare il percorso.
Il mese dedicato all’infertilità nasce con l’obiettivo di offrire informazioni corrette, creare consapevolezza e far sapere a chi vive questa esperienza che non è solo. Conoscere, condividere e sostenere è il primo passo per affrontare questo tema con più apertura e meno stigma.
Noi di A.G.I. Medica siamo al fianco delle coppie che cercano un figlio. Con il nostro team di specialisti, accompagniamo ogni persona in un percorso personalizzato, fatto di ascolto, competenze e speranza. Perché ogni desiderio di genitorialità merita attenzione, rispetto e possibilità.
📊 Numeri e statistiche sull’infertilità
- Prevalenza globale:
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa 1 coppia su 6 nel mondo (quasi il 17,5%) sperimenta un problema di infertilità nel corso della vita riproduttiva. - Italia:
In Italia, l’infertilità riguarda circa il 15% delle coppie.
Ogni anno vengono effettuati oltre 90.000 cicli di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), con circa 14.000 nascite ottenute grazie a queste tecniche (dati del Ministero della Salute, ultimo report disponibile). - Età media delle donne che accedono alla PMA:
L’età media è di circa 36,8 anni, ma cresce ogni anno.
La fertilità femminile cala sensibilmente dopo i 35 anni e in modo più marcato dopo i 40. - Fattori maschili e femminili:
Le cause sono equamente distribuite:- 35% circa femminili
- 35% circa maschili
- Il restante 30% è costituito da cause miste o inspiegate
- Cause comuni:
- Età avanzata della donna
- Endometriosi
- Disturbi ovulatori
- Problemi spermatici (numero, mobilità, morfologia)
- Fattori ambientali e stili di vita: fumo, alcol, obesità, stress, esposizione a inquinanti
- Aspetti psicologici:
Oltre il 50% delle coppie infertili dichiara di vivere alti livelli di stress emotivo, senso di colpa e frustrazione.
È frequente il bisogno di supporto psicologico durante i percorsi di PMA. - Prospettive di successo della PMA (media generale):
- Circa il 20-25% di possibilità di gravidanza per ciclo di trattamento
- Le probabilità variano fortemente in base all’età e alle condizioni cliniche della coppia

Dott.ssa Laura Gambera
RESPONSABILE LABORATORIO / EMBRIOLOGO
La Dottoressa Laura Gambera si laurea in Scienze Biologiche presso l’Università di Siena, nel 1996 con votazione 110/110 con lode. Nel 1997 consegue l’abilitazione all’esercizio della professione di Biologo.Nel 2000 consegue il titolo di Dottore di Ricerca in Biologia delle Cellule Germinali. È autrice di n. 30 pubblicazioni su riviste internazionali dotate di Impact Factor.