In previsione di un trattamento di fecondazione assistita omologa con prelievo ovocitario vengono prescritti alla paziente dai due ai quattro monitoraggi.
Cosa sono, e cosa bisogna monitorare?
Con questo termine medico si intende un esame ecografico transvaginale mirato a monitorare la crescita dei follicoli ovarici durante la terapia di stimolazione ormonale a cui la paziente è sottoposta.
Il follicolo (ecograficamente visibile come una formazione tondeggiante scura) non va confuso con l’ovocita: si tratta di una sacca piena di liquido che contiene il gamete femminile, è il luogo in cui questo cresce e si sviluppa. Dunque, è importante sottolineare che questo esame controlla la maturazione del follicolo, ma non garantisce la presenza al suo interno di un ovocita, che non è ecograficamente visibile, bensì soltanto al microscopio.
Contrariamente a quanto avviene in natura, in cui solo uno sarà il follicolo dominante che durante l’ovulazione rilascerà l’ovocita, la stimolazione farmacologica in pazienti che si accingono a sottoporsi a un prelievo ovocitario ecoguidato induce la crescita multipla di più follicoli che, aumentando di dimensioni, rilasciano estrogeni (Estradiolo).
Il primo monitoraggio della crescita follicolare si esegue dopo 4-5 giorni dall’inizio della terapia ormonale ed è volto a verificare il numero e il diametro dei follicoli in crescita.
Insieme all’ecografia si richiede anche un prelievo ematico per il dosaggio della concentrazione di estradiolo e progesterone circolanti, per tenere sotto controllo l’equilibrio ormonale.
In seguito, il controllo si realizza a giorni alterni fino al raggiungimento delle dimensioni di 17-18 mm di almeno uno o due follicoli; successivamente viene indotta la maturazione degli ovociti e il loro distacco dalla parete follicolare, cioè l’ovulazione (circa 36 ore prima del prelievo ovocitario).